Date a Gallieno quel che è di Gallieno

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Ritratto in marmo di Gallieno. Musei Capitolini, Sala degli Imperatori. Roma

Nel 268 d.C si combatté una delle battaglie più sanguinose del III secolo: la battaglia di Naissus, nell’attuale Serbia. Gli schieramenti erano quelli tipici del secolo: Romani contro Goti. Questa volta però, l’esercito dei barbari, sebbene fermamente convinto di poter distruggere le forze romane, fu completamente annientato dalle forze imperiali con a capo un grande imperatore, Gallieno (Publius Licinius Egnatius Gallienus, imperatore romano dal 253 al 268).

Le forze dell’impero ottennero una vittoria così schiacciante che posero un freno alle incursioni Gotiche per almeno qualche decennio. Tutto bene fin qui se non fosse che, da lì a poco, l’imperatore finirà assassinato durante l’assedio di Milano, e la vittoria di Naissus verrà assegnata al suo successore, Claudio II il GoticoPerché?

Gallieno era inviso dai senatori (ndr. la riforma dell’esercito messa in atto dall’imperatore sottraeva – tra le altre cose-  ai senatori ogni carica militare!) a tal punto che questi esultarono alla morte dell’imperatore come se avessero vinto un mondiale di calcio; gli stessi non si fecero scrupolo di mettere a morte tutti i familiari e gli amici di Gallieno. Il primo imperatore cristiano, Costantino il Grande, vantò di discendere da Claudio II il Gotico e da questo momento in poi, tutte le azioni militari più importanti verranno assegnate a Claudio oscurando il precedente imperatore.

Gallieno resta il trionfatore legittimo di quello scontro combattuto nella lontana Serbia, ma ricordiamo anche che, a differenza di tanti imperatori del III secolo tutti muscoli e collo taurino, egli era un uomo raffinato, amante delle lettere, dell’arte e della filosofia, fu amico di Plotino e con lui cercò di realizzare, in Campania, la città di Platonopoli dove i cittadini avrebbero dovuto vivere secondo il sistema politico di Platone.

Vi prego, non oscurate pure questo pensiero: a Naisso ha vinto Gallieno!

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Sarcofago di Plotino (260 – 280 d.C.), con dissertazione filosofica. Musei Vaticani, Roma.

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Moneta, Impero Romano, Gallieno (253-268 d.C.), Antoniniano, emissione del 253-268 d.C., della zecca di Mediolanum. Dalla collezione pvt. S. M. Animum Debes Mutare.

Il Pavone

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